Scuola: UPI Toscana e Regione contro il dimensionamento scolastico voluto dal Governo. “I territori vanno valorizzati, bene ricorso a Corte Costituzionale e TAR”
Data:
18 Ottobre 2023
“Il piano di dimensionamento scolastico voluto dal Governo si configura come un taglio di risorse finanziarie e professionali a danno della scuola pubblica e viene giustificato dal Ministro Valditara per la necessità di ottemperare a quanto previsto dalle direttive europee per l’attuazione del PNRR” è quanto dichiarato dal Presidente della Provincia di Grosseto Francesco Limatola durante l’incontro dal titolo “Dimensionamento Scolastico, Problematiche e Prospettive”.
“Credo che questo atto sia profondamente sbagliato e che sia in contrasto con le stesse priorità che il PNRR indica per il nostro sistema scolastico. Il PNRR parla di lotta alla dispersione, di miglioramento della qualità dei processi formativi, parla di sostegno dei territori periferici e delle aree interne – continua Limatola – Io credo e auspico che si possa cominciare a ragionare insieme, auspico che si possa aprire un tavolo di confronto con tutte le parti interessate coinvolte, allargare il confronto tra amministrazioni, parti sociali, corpo docente, istituzioni, sia a livello locale che nazionale, senza steccati ideologici. La scuola pubblica non deve essere vista come un costo ma come un investimento per il presente e il futuro per lo sviluppo economico, sociale e culturale del Paese.”
Tra gli intervenuti l’Assessora regionale Alessandra Nardini: “Voglio ringraziare UPI Toscana, in particolar modo il Presidente Gianni Lorenzetti con cui in queste settimane ci siamo confrontati più volte sul tema, ed il Presidente Limatola che ha voluto organizzare questa iniziativa nel suo territorio, per il sostegno che fin da subito ci ha assicurato in questa battaglia.
Come Regione Toscana abbiamo deciso, fin da subito, di opporci tenacemente ad una scelta del Governo che riteniamo sbagliata: la scuola pubblica ha bisogno di investimenti, non di tagli e di accorpamenti.
Abbiamo ribadito, in ogni passaggio, il nostro no in Conferenza delle Regioni rispetto alla scelta del Ministro Valditara, abbiamo presentato ricorso alla Corte Costituzionale rispetto a quanto previsto in legge di bilancio in materia di dimensionamento, abbiamo presentato ricorso al TAR rispetto al decreto di riparto di dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi e non abbiamo dato ai territori indicazione di procedere con gli accorpamenti degli istituti scolastici, ma anzi abbiamo ribadito che per noi il dimensionamento corretto è quello attuale in Toscana.
Siamo fermamente convinti che passare dalle 470 istituzioni scolastiche attuali alle 455 previste nell’anno scolastico 2024/2025, per poi scendere ancora a 452 nel 2025/2026 e 446 nel 2026/2027, sia un errore.
Eppure la pandemia dovrebbe aver insegnato che sulla scuola e sulla sanità pubblica si deve investire. Invece no, si sceglie di tagliare.
Al Governo non lo impone il PNRR come provano a raccontare, la riorganizzazione della rete scolastica doveva e poteva essere fatta in altro modo, come in altro modo doveva e poteva essere concessa alle Regioni più autonomia sul dimensionamento, per cercare di dare risposte alle specifiche esigenze dei territori, a partire dalle aree interne. Invece così si impongono tagli e poi si scarica sulle Regioni la responsabilità di dire dove effettuarli.
Per una Regione come la nostra, che negli anni si è impegnata a dimensionare correttamente, a realizzare i Comprensivi per garantire la continuità verticale dal punto di vista pedagogico e organizzativo, tagliare adesso significa produrre effetti negativi dal punto di vista delle ricadute educative e occupazionali.
Continueremo a confrontarci con Comuni e Province, tramite ANCI e UPI Toscana, e con le organizzazioni sindacali, per condividere come muoverci.
Quel che è certo è che continueremo ad opporci a questa scelta e a tutte le altre che avranno come conseguenza tagli alla scuola.”
Il Presidente di Upi Toscana, Gianni Lorenzetti, ha evidenziato la posizione di Upi e l’impegno per affrontare questa sfida: “Come Province condividiamo la posizione della Regione Toscana rispetto ai ricorsi avanzati alla Corte costituzionale contro la norma e al Giudice amministrativo contro il decreto applicativo, nonché appoggiamo la scelta di non obbligare per il momento alcun territorio a realizzare interventi soppressivi che rischierebbero di non poter più essere corretti. Ciò detto, parallelamente, come Upi Toscana riteniamo che sia opportuno esaminare la situazione e prepararci a un piano B, nel caso in cui il Governo vedesse riconosciuta la legittimità dei propri atti. L’auspicio – afferma Lorenzetti – è che questo sia il punto di partenza di un percorso da intraprendere congiuntamente tra Regione, province e comuni, affinché su questa tematica si possa ragionare senza ideologie e automatismi, consapevoli che i mutamenti sociali e demografici impongano comunque una riflessione in merito a soluzioni di efficientamento che possono ritrovarsi utili in termini di margini di finanza pubblica da reimpiegare nel sistema.”
Ultimo aggiornamento
21 Febbraio 2024, 10:27